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domenica 23 gennaio 2011

Non lottiamo contro il nemico

                                      Porgi l’altra guancia

Ci sono tante persone che per l’intera vita lottano contro lo stesso problema.  Quando noi combattiamo contro la nostra difficoltà, la confermiamo, quindi la attraiamo e la ingigantiamo, ma non la possiamo risolvere finché la combattiamo, perché nello stesso istante che la neghiamo, la stiamo allo stesso tempo affermando. Quando noi rispondiamo al male, lo affermiamo e ci siamo fregati con le nostre stesse mani.

Perché Gesù porgeva l’altra guancia? E diceva “perdonali, perché non sanno quello che stanno fanno?” Per bontà e per compassione? Per umiltà e per non violenza? Nulla di tutto ciò, queste sono le spiegazioni che potrebbe darci la nostra mente razionale contaminata da convinzioni falsamente religiose.

Gesù porgeva l’altra guancia perché il suo Animus (Pensiero Puro – Spirito individuale – Aura eterica) viveva in uno stato dell’Essere consapevole, era oltre il bene e il male e non avrebbe compreso un’azione mirata a ristabilire una giustizia puramente umana, che divide il bianco dal nero. “Io ti perdono” vuol dire già di stare più su dell’altro, vuol significare già dualismo.

“Mettersi d’accordo con il nemico” non è un’azione finalizzata verso uno strano ambiguo complotto, bensì è il modo di procedere di un’Anima libera, senza vincoli, poiché fino al momento in cui  lotti contro il nemico, gli dai la tua forza rinvigorendolo. In questo istante rinsaldi in te la convinzione di essere nel giusto, ma ricadi di nuovo nel dualismo. Sei talmente convinto che è lui a sbagliare da mandargli la forza del tuo pensiero, con il quale lui si rinforza e tu ti indebolisci, anche se momentaneamente ti sembra di aver vinto.

Hai mai fatto caso quanto sia disarmante un tuo sorriso per una persona che ti sta urlando contro la sua rabbia?
E sai, perché? Quella persona non trova più spazio riflesso in te della sua rabbia e non sa cosa fare, si sente istantaneamente persa. Se al contrario tu rispondi alla sua rabbia lasciandoti coinvolgere si attiva all’istante il riflesso e avviene lo scontro.

La forza della non violenza di Mahatama Gandhi è tutta concentrata nell’applicazione  pratica di questo principio, solo che lui ne ha fatta un’arma potentissima contro lo stesso potere. In altre parole ha utilizzato la non violenza contro la violenza e quindi è ricaduto nel dualismo, nella lotta, nel combattimento che ogni giorno era presente nel suo pensiero.
Il suo era diventato non più un dimenticare consapevole, ma un affermare consapevole e questo ha un altro significato.

Per lo Spirito individuale o Animus non esiste il bene e il male, quindi ti da quello che chiedi, ti rimanda indietro il tuo pensiero. Per questo conviene avere pensieri positivi, ma soprattutto emozioni positive.

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