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lunedì 31 gennaio 2011

Che cos'è l'Inferno?






Il serpente che schiaccia l’arcangelo Michele, è questa nostra gioia non sperimentata?
        

                E’ l’esperienza del peggiore esito delle nostre scelte, delle nostre decisioni e soprattutto delle nostre creazioni distorte. E’ quindi la conseguenza naturale di ogni pensiero che neghi il Padre Celeste, o dica no a cosa siamo realmente noi: una sua manifestazione. E’ la sofferenza che si può provare a causa del modo sbagliato di pensare. Pur essendo una denominazione non adeguata in quanto per il Padre lo sbaglio non esiste. Però l’inferno è il contrario della gioia, è il sentirsi scontenti, perché sappiamo chi siamo, ma non lo stiamo sperimentando. E’ il non sentirsi all’altezza.  L’inferno invece non   esiste come luogo di cui abbiamo fantasticato, in cui le nostre anime bruciano in eterno in fiamme implacabili, o dove ci troviamo in uno stato eterno di tormento. Che scopo potrebbe avere tutto questo? Anche nell’ipotesi assurda che Dio pensasse che non ci meritiamo il paradiso, che senso avrebbe che avvertisse il bisogno di vendicarsi o di punirci? Se lui volesse potrebbe semplicemente liberarsi di noi. Pensare che il Padre ci sottoponga ad una sofferenza eterna è totalmente fuori luogo. Non ci infliggerebbe mai questa infinita sofferenza. Non esiste un’esperienza simile dopo la nostra morte, ma l’anima può avere un’esperienza piena di dolore, di infelicità di senso di incompletezza, di distanza dal Tutto da sentirsi separata   dalla più grande gioia di Dio.  Per la nostra anima questo costituisce l’inferno. Noi stessi  creiamo tale esperienza, ogni volta che ci separiamo dal più elevato pensiero in noi. Noi stessi creiamo il nostro inferno ogni volta che respinge Chi e Cosa Siamo Realmente. Questa esperienza però non potrà mai essere eterna. Il Piano di Dio non prevede questo, e fin quanto risiede in noi la Verità in noi su Chi siamo, la Verità finirà per prendere il sopravvento. Ma se non esiste nessun inferno come lo siamo sempre immaginato, questo significa che possiamo fare tutto quello che ci pare e piace, commettere qualsiasi atto senza Temerne il castigo? Non deve però essere la paura della punizione a farci comportare bene, giusto? Chi stabilisce la guida sul nostro atteggiamento? Chi detta le regole? Siamo noi che decidiamo fino a che punto abbiamo agito bene o no. Ed ognuno di noi è l’unico che può valutare il proprio modo di procedere.

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