Piano piano pubblicherò tutti i 72 Angeli, ECCO IL PRIMO:
Vehuiah secondo Sibaldi
Dice Sibaldi che i nati sotto la
protezione di Vehuiah somigliano a giganti che abbiano deciso di
abitare tra gli uomini per romanticismo, adattandosi a un mondo in cui tutto è,
per loro, troppo piccolo e, qua e là, anche troppo complicato. Le due waw, nel
Nome, raffigurano appunto gli intralci, le limitazioni che la loro vasta
energia incontra ovunque; mentre la he rappresenta la loro
anima, che sarebbe tanto felice di superare quelle limitazioni trasformandole
nel contrario: in brillanti vittorie, in trionfali fatiche d’Ercole (...) un
Wehewuyah non mette all’opera le sue numerosissime qualità se non quando gli si
profila la possibilità di riuscire in qualche impresa particolarmente difficile,
di fronte alla quale gli altri arretrerebbero... è solo in questi casi che una
personalità Veuhiah si esprime veramente, divenendo quel gigante che è,
e si convince di non vivere invano. Viceversa, non è raro il caso che
qualcuno di questi giganti resti fermo, bloccato da quelle due waw in qualche
periodo della vita; e ciò può avvenire per due ragioni: o perché, semplicemente,
non vede attorno a sé nessuna occasione abbastanza ambiziosa, oppure perché
qualcuno vuol mettere in dubbio la sua superiorità. Sempre secondo Sibaldi
ogni Wehewuyah detesta la concorrenza: sente, sa di essere il più
grande in ogni senso, e non può ammettere rivali. Perciò si trovano così pochi
atleti, in questi giorni di marzo; e per la stessa ragione i Wehewuyah si
trovano talmente a disagio negli uffici e nei lavori di squadra (...); svettano
invece là dove possono sentirsi protagonisti assoluti e isolati (...). Tanto
più essenziale sarà dunque, per loro, una massiccia fiducia in se stessi e
soprattutto nella propria vocazione (...). Se invece dovessero lasciarsi
scoraggiare, li attende un senso di solitudine e di frustrazione tanto
gigantesco quanto i risultati che avrebbero potuto ottenere. Ma, così come
le grandi potenzialità offerte da questo angelo, anche i suoi rischi sono
descritti nel suo nome: Tra le ventidue lettere dell’alfabeto sacro, la
waw è indubbiamente la più sgradevole (...) È il geroglifico dell’ostacolo, del
limite, del nodo che si è stretto e che deve essere sciolto: è la rete che
accalappia, il blocco, la paralisi. È il modo in cui gli antichi ebrei
scrivevano il numero 6, e i tre 6, il famigerato numero della bestia di cui parla
l’Apocalisse, non era costituito da quelle tre cifre, ma da tre waw: e
significava, come geroglifico, «io ti blocco, io ti blocco, ti blocco!». Un
potente incantesimo. Eppure c’è un Angelo che ha ben due waw nel suo Nome (e
non è l’unico). Non solo, ma c’è una waw nel Nome stesso del Dio Signore, YHWH.
Vi è qui un tratto assai interessante, e non adeguatamente divulgato, della
religione sia ebraica che cristiana: il riconoscimento di una cittadinanza al
Nemico, al Male. Nel Robinson Crusoe, l'ingenuo Venerdì domanda a Robinson: «Ma
perché il tuo Dio non ha ucciso il diavolo, se era nemico suo e degli uomini?»
(...) questa storia risale ai tempi degli Egizi, nella cui religione il Dio
ostile, Seth, non veniva distrutto da Horo, che pure l’aveva sconfitto, perché
occorre che l’anima umana (e possibilmente anche la mente) sappia e comprenda
bene che il Male esiste. (...). Non porta niente di buono pensare che il Male
sia soltanto l’assenza o l’ignoranza del Bene – e che dunque non abbia
un’esistenza sua propria. E' bene rendersi conto che c’è, in ognuno, un aspetto
malvagio, dannoso, frenante, una waw che ti blocca e vuol produrre guai. Solo
se hai il CORAGGIO di saperlo – e di guardare bene i tuoi errori, e limiti, e
difetti ed elementi oscuri – puoi sperare di superarli; solo se non ti permetti
mai di pensare di essere tutto nella luce, puoi trovare in te la dialettica e
una possibilità di futuro. (...) questo angelo pone nel suo Nome le due waw
come ostacolo indispensabile alla vera crescita, al trionfo. Ma l'ostacolo
va superato: quando non riescono a sfruttare appieno le potenzialità offerte
dal loro angelo, questi nati tendono a incappare, presto o tardi, in
una serie di problemi caratteristici, che si potrebbero descrivere come una
vera e propria sindrome: da un lato indulgono a un egocentrismo senza
autoironia, dall’altro, cadono preda di una vera ansia di non farcela o di
perdere le posizioni di eccellenza conquistate, il che li induce a diventare
dispotici, estremamente suscettibili, ostili a chiunque potrebbe rubar loro la
scena. In realtà si nasconde qui, molto in profondità, la loro vecchia voglia
di superare i propri limiti: eppure anche il successo può apparire loro come un
ruolo troppo stretto, da cui il loro cuore di titani avrebbe il segretissimo impulso
di liberarsi… Ma per cercare che cos'altro, quando sul piano materiale
avrebbero già tutto? Secondo Sibaldi dietro tutto ciò si cela un conflitto
interiore di cui, essi per primi, han paura di scoprire la vera origine,
qualcosa che può renderli assai infelici e diventare il loro peggior
nemico se – come spesso accade – provano a difendersene ignorandolo. Cominciano
allora a temere qualsiasi tipo di introspezione, non colgono più i segnali di
insofferenza che provengono da loro stessi o da coloro con cui vivono e
lavorano (...). Infine, nella vita privata è inevitabile che i
Wehewuyah abbiano la sensazione di trattenersi, di limitarsi, di costringersi a
rilassarsi – e ciò li innervosisce e li stanca enormemente, a volte (...) fino
a renderli insopportabili. In conclusione, l'incapacità delle personalità
Vehuiah di reagire alle ferite comprendendo e sfruttando fino in fondo la
propria energia, l'errore di subire da un lato ed esacerbare l'aggressività
dall'altro, tutto ciò può causare abbandoni o tradimenti, ma tutti i Veuhiah
che sanno appellarsi alle loro migliori qualità prendono la ferita che ne
deriva come un’altra waw da superare, riconquistando ciò
e chi hanno rischiato di perdere. Resta il fatto che ne soffrono molto e
profondamente. Per prevenire tutti questi mali l'angelo di questi nati li
esorta all'autostima, a non credere (loro per primi) a chi li
denigra, ma nello stesso tempo a essere indulgenti a loro volta con chi li
circonda: cioè a concedere maggiore fiducia a se stessi ma
anche agli altri. Il tutto tenendo nella dovuta considerazione la loro
robusta carica aggressiva che, se può tornare utile nelle fatiche per ottenere
il successo, difficilmente riesce a trovare un’adeguata applicazione nei
rapporti con il coniuge, i figli, gli amici, i compagni di lavoro. Per
rimediare a questo problema tutti i Veuhiah sanno quanto giova loro dare il
massimo nel lavoro e dedicarsi a sport impegnativi: sono gli unici che, dopo
otto ore di tensione e altre due di kickboxing o di wushu, invece che sfiniti rientrano
a casa lucidi, equilibrati e in pace con il mondo. E allora sono davvero
irresistibili.. perché davvero diventano "l'innamorato che contiene la
saggezza".
Qualità di Vehuiah e ostacoli
dall'energia "avversaria"
Le qualità sviluppate da Vehuiah sono coraggio, valore,
energia intensa, impulso a intraprendere saggiamente, forza di volontà e decisione; la facoltà di creare e sviluppare le cose più difficili. L’Angelo dell’Abisso a lui contrario si chiama Sémiaza e rappresenta la confusione e l'indeterminazione; cavalca l’improntitudine e la collera, rende gli uomini turbolenti; instilla irascibilità, sfiducia e intolleranza verso gli altri, la tendenza a lasciarsi prendere dai propri impulsi. Veuhiah contrasta dunque l'ira, la mancanza di riflessione
prima dell’azione, la violenza, e le conseguenze che ne derivano.
energia intensa, impulso a intraprendere saggiamente, forza di volontà e decisione; la facoltà di creare e sviluppare le cose più difficili. L’Angelo dell’Abisso a lui contrario si chiama Sémiaza e rappresenta la confusione e l'indeterminazione; cavalca l’improntitudine e la collera, rende gli uomini turbolenti; instilla irascibilità, sfiducia e intolleranza verso gli altri, la tendenza a lasciarsi prendere dai propri impulsi. Veuhiah contrasta dunque l'ira, la mancanza di riflessione
prima dell’azione, la violenza, e le conseguenze che ne derivano.
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